Sono numerose le ragioni per cui sempre più professionisti scelgono di scrivere periodicamente articoli di blog o blog-post.
Il blogging consente di sperimentare stili di scrittura diversi da quelli richiesti dalla propria professione. La mancanza di regole prestabilite, come quelle richieste per una pubblicazione scientifica, rende il blogging il miglior strumento per una prima ed immediata condivisione di idee e riflessioni che possono essere successivamente sviluppate per una pubblicazione successiva. Gradualmente si può quindi creare una sorta di archivio e storia degli ambiti di interesse e settori di cui ci siamo occupati nell’ambito della nostra attività lavorativa. Il blog è anche un modo per condividere la propria professionalità con un pubblico più ampio rispetto a quello degli addetti ai lavori e altresì per conoscere e confrontarsi con altri esperti del proprio settore.
D’altro canto, in un contesto sociale che troppo spesso ignora le regole di diritto d’autore e sulla integrità della ricerca scientifica per le opere condivise online, è lecito avere qualche titubanza rispetto alla pubblicazione di un articolo di blog. In particolare questa remora è condivisa dagli autori di blog che si impegnano per redigere un articolo sintetico ma che in ogni caso contiene informazioni precise e da coloro che pianificano di redigere successivamente (sulla base del blog-post) un elaborato da inserire nel circuito commerciale (come un libro o un e-book) o nel circuito della ricerca scientifica.
La riflessione e il breve decalogo che seguono sono dedicati a questi autori. Infatti, sebbene sia assolutamente pacifico che la pubblicazione di un articolo di blog in internet non equivalga in alcun modo a renderlo di pubblico dominio (dovendosi distinguere tra accesso pubblico e pubblico dominio), alcune semplici precauzioni ci permettono di istruire in maniera chiara i nostri lettori in merito al corretto utilizzo dei nostri contenuti e, soprattutto, ci consentono di superare l’indugio.
Blogging come “conversational scholarship”. L’evoluzione della comunicazione scientifica.
Quando ho menzionato la distinzione tra circuito commerciale e circuito della ricerca scientifica mi riferivo a quella ”linea di demarcazione profonda ed essenziale nella galassia Post-Gutenberg” di cui parla Stefan Harnad in “Post-Gutenberg Galaxy: The Fourth Revolution In The Means Of Production Of Knowledge” 1991( https://bit.ly/2UCbESO).
Le opere che rientrano nel circuito commerciale sono in sostanza quelle per cui l’autore cede i propri diritti patrimoniali d’autore dietro compenso, sotto forma di royalty, e queste opere sono poi accessibili a pagamento.
Le opere che rientrano nel circuito della comunicazione scientifica sono invece gli articoli di ricerca pubblicati nelle riviste scientifiche per i quali all’autore/ricercatore non è garantito un compenso.
Non è questa la sede per discutere approfonditamente il tema della insoddisfazione crescente dei ricercatori rispetto all’attuale dinamica negoziale che li coinvolge nei rapporti con le riviste scientifiche. Basti ricordare che attualmente gli editori delle riviste scientifiche si occupano semplicemente di organizzare il processo di peer-review per la valutazione degli articoli sottoposti dai ricercatori e la valutazione è svolta gratuitamente dagli stessi ricercatori che solitamente producono i lavori gratuitamente e che svolgono altresì l’attività di referaggio, sempre gratuitamente. È importante però sottolineare che tale insoddisfazione non è solamente dovuta alla mancata compensazione economica per gli articoli inviati alla rivista, ma altresì per la inefficace opera di disseminazione svolta dagli editori delle riviste. Infatti, complici l’aumento dei costi delle riviste e la scarsa applicazione delle politiche di open access, l’impatto degli articoli pubblicati sulla comunità è notevolmente limitato.
Anche in ragione di questa situazione appena descritta, è diventato un fenomeno sempre più diffuso e radicato quello, descritto da Melissa Gregg nel 2006, del blogging come metodo di “conversational scholarship” (https://doi.org/10.1080/10304310600641604), ovvero un medium attraverso cui accademici e ricercatori cercano di perdere il proprio stile formale di scrittura per comunicare con una più ampia platea di lettori.
Per cui ferma la necessità di pubblicare articoli su riviste scientifiche per obiettivi di accreditamento professionale e curriculum, i blog sono diventati uno strumento diffuso e consolidato per la discussione di tematiche molto tecniche e specifiche da parte di ricercatori ed esperti accademici.
Secondo una ricerca della World Bank sul blogging in materia di scienze economiche scrivere un articolo di blog per discutere una pubblicazione scientifica aumenta in maniera esponenziale il numero di visite degli abstract e di download dell’articolo nello stesso mese. Si veda in merito Green, Duncan (in http://blogs.lse.ac.uk/impactofsocialsciences.)
La London School of Economics, ad esempio, da tempo incoraggia gli affiliati a curare un blog personale e offre moltissimi consigli proprio a chi vuole cimentarsi nel blogging come strumento di disseminazione della ricerca scientifica e crearsi una community online di lettori e colleghi.
Blogging e Idee Originali.
Oltre che per aumentare la disseminazione e impatto di una pubblicazione scientifica, i blog sono usati da ricercatori e accademici come spazio per esplorare nuove idee e iniziare a lavorare su nuove prospettive. Attraverso il blogging si possono infatti velocemente annotare e condividere alcune idee e spunti prima che questi siano sufficientemente sviluppati per redigere una pubblicazione scientifica.
E questo è l’aspetto più delicato, in particolare nell’ambito delle Scienze Sociali. Infatti è evidente che in questi ambiti una ipotesi di ricerca originale e/o una nuova impostazione dogmatica o una nuova interpretazione ricostruttiva di un fenomeno rappresentano idee che possono avere un importante valore e una certa rilevanza. E pertanto il ricercatore potrebbe avere molte remore rispetto alla pubblicazione di un articolo di Blog in cui questa idea è descritta e delineata. In questi casi potrebbe preferire attendere uno sviluppo sufficiente della sua ipotesi ricostruttiva e redigere una pubblicazione scientifica o un testo per il circuito commerciale.
Per l’esperto (che non ha un contratto di ricerca) o un ricercatore universitario la situazione è analoga. Nella loro prospettiva quella “idea originale” o “prospettiva originale” può avere più valore di un mero articolo compilativo pubblicato in una rivista scientifica. Anzi, per coloro che non svolgono ricerca sulla base di un contratto con l’Università e quindi godono del finanziamento pubblico questo problema è addirittura più rilevante.
I blog come fonte in una pubblicazione scientifica o in una tesi o in un elaborato universitario.
Proprio la diffusione del blogging come strumento di “conversational scholarship” e gli indugi menzionati sopra, ha fatto sì che moltissime istituzioni universitarie abbiano sentito forte l’esigenza di chiarire ai propri studenti e ricercatori che il fatto che un articolo di blog sia liberamente accessibile non significa che sia di pubblico dominio.
Le regole sulla corretta attribuzione agli autori di articoli di blog sono da tempo quindi parte delle regole di Research Integrity specificate nei Regolamenti Universitari in materia e spesso chiarite in pagine web del sito dell’Università.
Pertanto gli autori di articoli di blog che contengono idee originali utili e utilizzabili per successivi lavori di ricerca scientifica sono tutelati non solo dal diritto d’autore, di cui parleremo dopo, ma altresì dai Codici di Integrità della Ricerca.
Per integrità della ricerca scientifica, come indicato dal CNR “si intende l’insieme dei principi e dei valori etici, dei doveri deontologici e degli standard professionali sui quali si fonda una condotta responsabile e corretta da parte di chi svolge, finanzia o valuta la ricerca scientifica nonché da parte delle istituzioni che la promuovono e la realizzano. L’applicazione dei principi e dei valori e il rispetto della deontologia e degli standard professionali sono garanzia della qualità stessa della ricerca e contribuiscono ad accrescere la reputazione e l’immagine pubblica della scienza, con importanti ricadute sulla comunità scientifica e sulla società.”
A dire il vero le regole sulla integrità scientifica hanno un ambito di applicazione ancora maggiore di tutela per l’autore del blog in quanto lo tutelano anche dal plagio delle mere idee espresse nell’articolo.
Nelle pagine del sito web dell’University di Cambridge (vedi https://bit.ly/2ub2BwJ)nella sezione relativa alla Research Integrity si riconosce che i blog sempre più frequentemente offrono un corpus di informazioni significante e spesso di alta qualità, di idee e opinioni che possono essere di grande valore per la ricerca scientifica e pertanto si chiede ai ricercatori e studenti di rispettare precise formalità di citazione nell’attribuire agli autori del blog:
- Frasi specifiche e
- Idee espresse nell’articolo che si usa come fonte.
Il codice di Research Integrity dell’Università di Cambridge richiama come modalità di attribuzione quelle da tempo sviluppate dall’APA (American Psychological Association), quelle dell’Università di Harvard. Un altro sistema di citazione per i blog è quello contenuto nel MLA Handbook for Writer of Research Papers di Joseph Gibaldi della Modern Language Association of American Staff (https://bit.ly/2Jm5J30)
Esempi di citazione in APA style sono forniti in questa pagina https://bit.ly/2TJsQtm.
Diritti d’autore e opere digitali.
Un ricercatore o uno studente universitario che non cita opportunamente secondo le modalità sopra indicate la fonte rappresentata da un articolo di blog non viola solamente le regole sulla integrità della ricerca scientifica, ma altresì danneggia la propria reputazione in un contesto come quello digitale dove il ricercatore ha interesse a crearsi una propria community online di lettori.
Ma ancor prima una negligenza rispetto alle regole di attribuzione delle opere altrui, viola le regole sul diritto d’autore e in particolare l’Articolo 70 della L.663/1941 che disciplina l’utilizzo delle opere per scopi di critica, discussione, scopi illustrativi, di didattica o di ricerca scientifica.
In particolare tale normativa chiarisce che è illecito riproporre l’articolo di un altro autore, anche se si usano parole diverse, in sintesi o riassumendolo, perché si configura una attività di plagio perseguibile sia civilmente sia penalmente. Se si rientra nelle ipotesi di cd. fair use, menzionate nell’articolo 70, in ogni caso una citazione o un riassunto di sezioni dell’articolo del blog sono liberi solo se si usano le parole strettamente necessarie per confutare o sostenere la tesi dell’autore. Inoltre sempre l’Articolo 70 precisa che si deve menzionare l’autore come indicato nell’articolo da cui si prende spunto e le altre informazioni necessarie richieste dalle regole sulla citazione/attribuzione applicabili.
La normativa citata è ovviamente chiara nel senso che l’opera pubblicata in Internet sia meritevole della medesima tutela di ogni altra opera pubblicata in formato analogico.
Il fatto che l’autore del blog scelga di concedere l’accesso al pubblico indifferenziato non significa in alcun modo che quell’elaborato sia di pubblico dominio.
Sicuramente, con la diffusione dei social media e degli aggregatori online di opere intellettuali, si è vissuta una fase di condivisione delle opere intellettuali che ha danneggiato notevolmente gli autori. Si è creata una certa confusione tra gli utenti di internet in merito alla libera utilizzabilità delle opere e sul plagio. Internet ha reso inoltre il monitoraggio sul plagio per moltissimi anni una attività complessa. Negli ultimi anni invece molte soluzioni tecnologiche per il monitoraggio efficace del plagio online sono state sviluppate e allo stesso tempo i titolari dei diritti d’autore hanno fatto valere la propria posizione ai fini di ottenere maggiori tutele. L’insoddisfazione per modelli di business che non remunerano a sufficienza chi compie uno sforzo intellettuale ha messo in evidenza la necessità di una normativa che rafforzi le tutele degli autori nel mondo digitale e penalizzi maggiormente il plagio.
Il Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica (Delibera n.680/13/CONS 12 Dicembre 2013) si propone proprio di garantire la corretta fruizione delle opere digitali e offre la possibilità di presentare una istanza all’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni al fine di ottenere la rimozione delle opere che violano il diritto d’autore (https://ddaonline.agcom.it)
Inoltre la Proposta di Direttiva sul Copyright(per cui il 13 Febbraio di questo anno si è finalmente raggiunto un accordo tra Parlamento, Commissione e Consiglio) mira ad aggiornare le regole sul copyright all’era digitale al fine di rafforzare la tutela dell’autore e titolare dei diritti garantendo più strumenti per una remunerazione dallo sfruttamento online delle proprie opere.
Per cui, fermo che permarranno le eccezioni relative al Fair Use per obiettivi di ricerca scientifica, i ricercatori e gli studenti che vogliono utilizzare contenuti di qualità presenti nei blog dovranno prestare maggiore attenzione. Contestualmente coloro che vogliono utilizzare il blogging per iniziare a discutere idee che poi saranno sviluppati in elaborati più strutturati per il circuito della ricerca scientifica o per quello commerciale hanno più strumenti di tutela rispetto al rischio di plagio.
Data certa e piattaforme per la certificazione delle opere.
Il diritto d’autore sorge in capo all’autore per il solo fatto della creazione dell’opera ed è reputato autore, salvo prova contraria, chi in essa è indicato come tale. La presunzione di paternità suggerisce pertanto che il blogger sempre specifichi di essere autore dell’articolo.
Il diritto d’autore richiede il requisito dell’originalità in senso soggettivo e in senso oggettivo, mentre non è richiesta alcuna forma costitutiva (a differenza di quanto accade con le invenzioni industriali).
Sebbene non sia richiesta alcuna forma costitutiva, il blog è modificabile dall’autore in qualunque momento e pertanto è sempre preferibile (anche in vista di un possibile plagio) utilizzare una delle piattaforme esistenti che consentono di certificare la data di creazione dell’opera e di attestare che l’articolo è stata redatto con quei precisi contenuti. Piattaforme che permettono di certificare gratuitamente un elaborato o altra opera meritevole di copyright su internet esistono da oltre 10 anni, tuttavia solo più recentemente si sono sviluppate piattaforme il cui utilizzo è molto agevole, che utilizzano la tecnologia blockchain e che permettono una certificazione gratuita, come Binded (https://binded.com), nata per le fotografie ma utilizzabile anche per i testi. Ancora meglio per il blogger italiano sarebbe utilizzare una piattaforma come Certo.Legal (http://certo.legal).
Termini di Utilizzo e Creative Commons.
Il diritto d’autore attribuisce all’autore prerogative di carattere patrimoniale e facoltà morali. I diritti morali includono in primo luogo il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e sono inalienabili.
Per cui chiunque decida di prendere spunto da un articolo trovato sul web deve accertarsi in primo luogo se l’autore permetta il suo utilizzo e quale utilizzo sia consentito.
Se il lettore del blog vuole prendere spunto per obiettivi di discussione o critica o ricerca scientifica, si potrà avvalere della eccezione di cd. fair use di cui al menzionato Articolo 70, ma come già anticipato dovrà in ogni caso rispettare le regole sulla attribuzione dell’opera e dovrà limitarsi a riportare le frasi (virgolettate) o brevissimi riassunti di concetti. In ogni caso, sia le frasi che il riassunto devono essere limitate a quanto strettamente necessario per confutare o sostenere la tesi dell’autore del blog, e sempre che l’utilizzo non costituisca concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.
Se il lettore del blog post invece intende prendere spunto per redigere un proprio articolo di blog o un testo a fini commerciali (inclusa la creazione di traffico sul proprio sito web) si dovrà accertare che l’autore del blog conceda questo utilizzo.
Spesso un blog è inserito all’interno di un sito che contiene specifici Termini di Utilizzo che regolano le modalità di utilizzo degli articoli e che possono anche specificare come si vuole che l’articolo del blog venga citato. Tuttavia, se non si vuole ricorrere ad un avvocato specializzato nella stesura di una policy, si può semplicemente aggiungere un link per richiamare uno dei modelli di licenza Creative Commons che sono disponibili anche in italiano (https://creativecommons.org).
Alternativamente ci si può limitare a menzionare i propri diritti d’autore e data di pubblicazione e spetterà quindi al lettore assicurarsi di svolgere un corretto riutilizzo dell’articolo per i propri obiettivi.
Personalmente ritengo sia preferibile informare preliminarmente e istruire il proprio lettore sui diritti d’autore e sulle modalità di utilizzo consentite in modo da evitare utilizzi corrispondenti al plagio.
Alcune debolezze degli articoli di blog come fonti in un lavoro di ricerca scientifica.
Quando si svolge un lavoro di ricerca scientifica è importante citare le fonti al fine di dimostrare di aver svolto un lavoro approfondito e che si son prese in considerazione le opinioni di altri esperti sul tema. Sebbene un articolo di blog possa avere considerazioni molto rilevanti sulla tematica di cui si occupa il ricercatore o studente universitario, questi potrebbero preferire di non includerlo tra le fonti (e in questo caso però si dovrà anche evitare di prendere spunto o copiarne parti per le ragioni di cui sopra) a causa di alcune debolezze che si elencano di seguito:
- Mancanza di valutazione, peer-review prima della pubblicazione.
Un articolo di blog, soprattutto se si tratta di un blog individuale, e non una piattaforma in cui scrivono più esperti, è pubblicato senza una previa valutazione del lavoro da parte di professionisti o esperti di pari o maggiore esperienza.
D’altro canto, dato il pubblico accesso è anche vero che è la community online di lettori che segue il blogger può svolgere commenti sulla correttezza delle affermazioni contenute nell’articolo.
Fermo che è possibile (ma molto meno probabile) che anche una pubblicazione scientifica possa contenere inesattezze, chi vuole citare l’articolo di blog tra le fonti dovrà fare una propria valutazione personale sull’accuratezza e precisione e affidabilità del testo come fonte e sulla credibilità dell’autore.
- Modificabilità
Gli articoli dei blog, soprattutto quelli individuali, possono essere modificati in ogni momento dall’autore, per cui si rischia di citare una frase che poi non compare più nell’articolo citato o di sintetizzare un concetto che viene successivamente modificato dall’autore.
Per questa ragione è importante che quando si consente l’utilizzo del proprio articolo di blog ai fini di ricerca scientifica ci si impegni con il lettore che eventuali aggiornamenti compaiano evidenziati nella stessa pagina o che si svolgeranno solo modifiche per eventuali errori di battitura e il testo rimarrà immodificato.
- Accessibilità
Un problema molto rilevante degli articoli di blog, come fonti nelle pubblicazioni scientifiche e tesi, è la possibilità che vengano rimossi dall’autore in qualunque momento, cosa che non accade invece con gli articoli di riviste scientifiche.
Questo problema è però risolvibile se si garantisce che l’articolo in formato pdf sarà sempre disponibile ed eventualmente collocato poi in una repository in cui è garantito l’accesso aperto. Allo stato attuale piattaforme come academia.edu e researchgate permettono di caricare articoli anche non pubblicati in riviste scientifiche, ma presentano rischi che non li rende adatti a risolvere questo problema.
Pertanto, come evidenziato, anche queste debolezze possono essere sempre in qualche modo sempre colmate. Naturalmente è una libera scelta del blogger quella di colmare o meno queste possibili carenze connaturate alla natura intrinseca del blogging. Se si sceglie di farlo però si evita che coloro i quali traggono spunto dai nostri articoli possano poi non citarli tra le fonti adducendo come giustificazione una delle debolezze sopra menzionate.
Per cui nel decalogo che segue si includono regole volte a colmare anche le carenze menzionate in questo paragrafo.
IL DECALOGO DEL “BLOGGER IMPEGNATO”
1. Certificare data e contenuto attraverso una piattaforma online.
Come anticipato, sebbene il diritto d’autore sorga per il solo fatto della creazione dell’opera e in questo caso della pubblicazione dell’articolo sul blog, è una buona prassi quella di certificare ognuno degli articoli attraverso una delle piattaforme come binded.com o certo.legal. Alcune di queste piattaforme includono anche servizi di monitoraggio rispetto al rischio di plagio.
2. Precisare per ogni articolo il nome dell’Autore e la titolarità dei diritti d’autore.
Data la presunzione di paternità prevista dalla normativa sul Diritto d’Autore, è importante precisare che si è autori dell’articolo, anche se il blog è contenuto in un proprio sito per cui la paternità potrebbe sembrare scontata. Mentre a rigore non sarebbe necessario precisare che si detengono i diritti d’autore, l’informazione può essere utile per tutti quei lettori e utenti che ancora considerano i testi condivisi online come di pubblico dominio.
3. Termini di utilizzo.
Non tutti i lettori sono esperti di diritto d’autore e pertanto è buona regola che ogni articolo del blog richiami i Termini di Utilizzo (contenuti in una apposita pagina web del sito) in modo da informare i propri lettori sugli utilizzi consentiti.
La redazione dei Termini di Utilizzo dovrebbe essere affidata ad un legale specializzato in diritto d’autore. Se non si vuole ricorrere ad una consulenza legale si possono utilizzare i modelli di licenze cd. “Creative commons” semplicemente copiando il link che rimanda al modello.
Se questi ultimi non sono soddisfacenti, come terza alternativa si può sinteticamente precisare che il riutilizzo del proprio Articolo è limitato ai casi di fair use previsti dall’articolo 70 del L.663/1941 e nei limiti ivi previsti.
4.Modelli di citazione
Personalmente preferisco precisare nei Termini di Utilizzo a piè di pagina anche le regole di citazione dell’articolo. L’APA style è quello riconosciuto dalle più importanti Università per cui non si rischia di introdurre regole arbitrarie che contrastano con i regolamenti universitari.
A questo fine si può richiamare un link con esempi di citazione in APA style (https://blog.apastyle.org/apastyle/2016/04/how-to-cite-a-blog-post-in-apa-style.html)oppure indicare a piè di pagina la citazione come dovrebbe apparire.
Ad esempio per il mio articolo l’APA style richiede questa citazione :
M.Luisa Manis, (2019, Marzo 20),“Blogging, Diritti D’autore E Integrità Della Ricerca Scientifica. Il Decalogo Del “Blogger Impegnato”, [Blogpost], Relazioni Ad Alto Potenziale, retrieved from ___ (link articolo)
Si indicano quindi autore (iniziali nome e cognome per esteso), data, titolo dell’articolo, titolo del blog, e link del blog.
Se decido di consentire l’utilizzo del mio articolo di blog anche a coloro che redigono web-blog o articoli giornalistici per testate online, fermi i limiti e condizioni di cui all’Articolo 70, posso tollerare uno stile di citazione più sintetico.
Ad esempio Iniziali Nome, Cognome per esteso, anno, titolo del blog e link dell’articolo.
Se consento la condivisione del link sui social media (FB, twitter o Linkedin) posso richiedere che sia sempre menzionato, nel commento che accompagna la condivisione, nome e cognome.
Non dovrebbe mai essere concesso alcun utilizzo che non sia corredato da queste informazioni.
5. Trasparenza sulle fonti e rispetto del diritto d’autore.
Se prendo spunto da una pubblicazione scientifica o testo pubblicato o da un blog o altro aggregatore devo citare l’autore secondo uno degli stili sopra menzionati. Sebbene uno dei grandi benefici del blog sia la possibilità di scrivere senza regole prestabilite e quindi evitare il lavoro estenuante delle referenze e fonti, si può trovare un compromesso indicando sempre l’autore con iniziali del nome, cognome anno di pubblicazione e link all’articolo (doj o pagina della repository se si tratta di articolo scientifico) o nome cognome e link all’articolo del blog se si tratta di un articolo di blog, salvo che l’autore non richieda che si utilizzi un diverso sistema di citazione più formale.
6. Immagini e video protetti da copyright.
Se voglio che miei diritti d’autore siano tutelati, devo egualmente rispettare i diritti d’autore altrui. Per cui assicuriamoci di utilizzare immagini non protette da copyright o acquistare foto dai siti che le forniscono a pagamento. Eguale attenzione per i diritti d’autore dovrà prestarsi per i video e ogni file multimediale che eventualmente inserisco nell’articolo.
7. Accuratezza e precisione.
Pubblicare un articolo online è una cosa seria: ci esponiamo alla valutazione di altri esperti e ci assumiamo una responsabilità rispetto ai lettori. Per cui è importante sempre verificare i dati e le informazioni che inseriamo prima della pubblicazione. D’altro canto può essere utile inserire un disclaimer in cui precisiamo che l’articolo non equivale ad una consulenza professionale.
8. Immodificabilità
Se pretendiamo che il nostro lavoro venga citato tra le fonti come un qualsiasi altro testo pubblicato in una rivista scientifica dobbiamo anche garantire che il nostro articolo non sarà poi successivamente modificato.
Nelle note relative al diritto d’autore e termini di utilizzo, si può pertanto precisare che si garantisce che l’articolo non verrà modificato salvo la eliminazione di eventuali errori di battitura e che eventuali modifiche sostanziali saranno precisate a piè di pagina come aggiornamenti datati.
9. Garantire accessibilità.
Ritengo il problema dell’accessibilità come uno tra i più rilevanti per l’inserimento di un blog-post tra le fonti di un lavoro di ricerca scientifica. Infatti è possibile rimuovere l’articolo dal blog in qualsiasi momento oppure decidere di rendere l’accesso ai nostri articoli riservato agli iscritti al blog.
Pertanto si dovrebbe, nei termini di utilizzo, anche precisare che si garantisce che gli articoli del blog saranno sempre accessibili: in quanto ad esempio anche nel caso di eliminazione del blog saranno depositati in una repositoryin cui è garantito l’accesso pubblico indifferenziato. Siti come Academia.edu e ResearchGate sono attualmente molto utilizzati da chi redige pubblicazioni scientifiche o articoli per riviste specializzate. Questi siti presentano tuttavia alcuni rischi e non è garantito che saranno sempre repository che consentono un accesso pubblico indifferenziato.
Anche per queste ragioni è sempre consigliabile richiedere espressamente di includere nella citazione tutte le informazioni relative al nostro articolo, incluso il titolo dell’articolo, nell’ipotesi in cui non sia in futuro più accessibile attraverso il link originale. Utilizzando tutte le informazioni infatti l’articolo sarà sempre recuperabile attraverso i motori di ricerca.
10. Monitoraggio e Diffida
Come anticipato molte piattaforme consentono oggi un monitoraggio per accertarsi dell’eventuale plagio delle proprie opere.
Nell’ipotesi in cui si venga a conoscenza di un utilizzo non consentito della propria opera al di fuori dei limiti stabiliti nei Termini di Utilizzo si può inviare una prima lettera di diffida in cui si evidenzia che un utilizzo non consentito è stato messo in atto e si chiede la rimozione. Nell’ipotesi di mancata rimozione spontanea si dovrà ricorrere ad un legale.
Diritti d’autore e Termini di Utilizzo.
Tutti i diritti sono riservati
Autore: Maria Luisa Manis
Data di Pubblicazione: 20/03/2019
L’utilizzazione del presente Articolo è consentita solo per le finalità e nei limiti previsti dall’Articolo 70 della L.663/1941 e a condizione che si rispetti la modalità di citazione in APA style per le citazioni di blog-post come fonti di ricerca scientifica. Nel caso di utilizzazione nell’ambito di un web-blog è possibile menzionare solo l’iniziale del nome, cognome dell’autore, anno, il titolo dell’articolo e link dell’articolo; nel caso di condivisione del link dell’articolo sui social media è possibile menzionare solo l’iniziale del nome e cognome dell’autore. Qualsiasi utilizzazione al di fuori dei limiti di cui all’Articolo 70 della L.663/1941 è vietato.
Una volta pubblicato l’articolo non sarà oggetto di modifiche successive, salvo correzione di eventuali errori di battitura. Eventuali aggiornamenti sostanziali saranno espressamente menzionati nella stessa pagina dell’articolo.
Si garantisce l’accessibilità permanente; in caso di rimozione del blog, l’articolo sarà reso disponibile in altra repository che ne garantisca il libero accesso.
Il presente articolo non equivale ad una consulenza professionale sul tema trattato.